Somonte, los puños en la tierra

Documentario sulla tenuta di Somonte (Andalusia), un esempio di braccianti senza terra che hanno affrontato assieme le difficoltà per imparare a superarle con la lotta e con dignità.

A proposito del documentario

Nella quarta regione più povera d’Europa, con quasi il 37% di disoccupazione secondo i dati ufficiali dell'Istituto Nazionale di Statistica della Spagna, il governo regionale dell’Andalusia era intenzionato a vendere la tenuta di Somonte: 400 ettari ad 11 chilometri da Palma del Rio, in provincia di Cordova. Terreni che potrebbero generare molti posti di lavoro gestiti dalla pubblica amministrazione, in questo momento lo fanno attraverso la gestione diretta, grazie all’occupazione realizzata il 4 Marzo 2012 da cinquecento braccianti del SAT (Sindicato Andaluz de Trabajadores, Sindacato Andaluso dei Lavoratori).

Nel documentario “Somonte, los puños en la tierra” un gruppo di braccianti andalusi mostrerà come l’occupazione dei terreni permette di superare situazioni di estrema necessità come la disoccupazione, gli sfratti e le difficoltà per procurarsi gli alimenti di base. Attraverso la vita quotidiana della comunità, i protagonisti del lungometraggio proporranno una riflessione sulle possibili soluzioni per la crisi, a partire da un approccio collettivo e legittimo, per ottenere lavoro, pane e dignità.

Un membro della troupe ha potuto partecipare al festeggiamento del primo mese di occupazione con la comunità di Somonte ed è stato proprio grazie a questa relazione, che si è mantenuta nel tempo, che abbiamo girato un documentario grazie alla fiducia ed all’affetto delle famiglie che lottano per la terra. Una lotta che gode della solidarietà di centinaia di persone e gruppi provenienti da diversi paesi dell'Andalusia, dal resto dello Stato spagnolo e da tutto il mondo.

Team

Fin dal 2008 COMSOC - Comunicació Social propugna una comunicazione e un’educazione transformatrici attraverso diversi strumenti. Questo documentario è stato realizzato grazie alla collaborazione di tecnici specializzati che promuovono la “sovranità alimentare e popolare”. Questo concetto venne introdotto dal movimento internazionale Vía Campesina (Via Contadina) nel 1996 e si presenta come una delle più potenti risposte alla crisi alimentare, di povertà e climatica del pianeta.

Le persone che come noi fanno parte di questo collettivo orizzontale, assembleario ed autogestito intendono la comunicazione e la libertà di espressione come uno dei diritti umani che come popolo abbiamo il dovere di consolidare al di là delle istituzioni e delle imprese. La comunicazione intesa come l’opportunità di insegnare ed imparare dagli altri, come opportunità per generare conoscenza collettiva e significativa. Di conseguenza, difendiamo la libera circolazione dell’informazione e puntiamo sulle Licenze libere (Creative Commons) contro il Copyright.

La post­produzione del documentario vedrà la collaborazione di Metromuster, un produttore indipendente che sperimenta con l’arte, la comunicazione e la politica fin dal 2010. Ha come obiettivo principale quello di contribuire al cambiamento sociale attraverso la presa del potere da parte di tutte le comunità, i collettivi in lotta, maniere alternative di interpretare gli spazi di convivenza ed il recupero della cosiddetta memoria storica. Recentemente ha ricevuto il premio per il miglior documentario al Festival del Cinema di Malaga con il video “Ciudad muerta” (Città morta).

www.comsoc.catinfo@comsoc.cat

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Se i collettivi protagonisti del documentario hanno risvegliato la tua curiosità e vuoi saperne di più, ti indichiamo le loro web. Come vedrai, per un cambiamento sociale, la questione locale è strettamente connessa a quella globale.

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